La trasferta de L’Aquila

Dentro e fuori

Partiti in ritardo causa, ahinoi, visita obbligata in un luogo che non dovrebbe servire mai, viaggiamo verso L’Aquila consapevoli che anche questa volta saremo costretti a restare fuori. Pur se con mille difficoltà e mille dubbi, la trasferta in terra d’Abruzzo non è mai stata in discussione…quando si dice “Ultras ad ogni costo!”. Partiamo in macchina verso una Città che rivedremo dopo due anni, speranzosi che qualcosa sia cambiato e che gli aiuti che alcuni di Noi si affrettarono a consegnare sul posto siano valsi a qualcosa, se non altro, per una soddisfazione personale, Noi che già allora evitammo di farci pubblicità per qualcosa che non dovrebbe avere “insegne” e/o “bandiere”, ma che dovrebbe venire dal cuore senza badare alla notorietà.

Prima di tentare “l’assalto al botteghino” (eufemismo, visto che non siamo riusciti ad assaporare nemmeno l’odore dell’addetta al botteghino), attacchiamo uno striscione che non ha bisogno di spiegazioni:”L’Aquila non mollare!”. Un messaggio che, dopo il “giro turistico forzato” in Città, sembrerà azzeccato, visto lo stato in cui, ancora oggi, versa la cittadina abruzzese, al contrario di ciò che affermano quei politici avvezzi alle minorenni che tanto amano idolatrarsi in tivù. Ed è triste vedere Viale Duca degli Abruzzi somigliare ad una zona off-limits, come se fosse una città fantasma.

Le “trattative” per riuscire ad accedere all’interno del “Fattori” si bloccano sul nascere, le FdO presenti ci dicono che non possono far nulla, a quanto pare hanno ordini precisi. Per nulla scoraggiati dall’ennesimo abuso ci incamminiamo verso la prima strada rialzata che i nostri occhi riescano ad intravedere, ha così inizio il nostro “pomeriggio alternativo”, in cerca di qualche “settore ospiti fai da Noi”. Purtroppo, non riusciamo nel nostro intento, ma qualcosa ci dice di “osare” e veniamo “premiati” quando finalmente riusciamo a trovare spazio tra la pineta del Castello. Ma la gioia dura pochi minuti, il tempo di issare le nostre pezze e di venir notati da Mister Parisella, che una volante ci costringe a scendere anche da lì, “per volere del Vice Questore” ci diranno in seguito.

Il resto è noto a chi ha vissuto questa “domenica particolare”, a coloro i quali hanno poi deciso di seguire la gara dalla Piscina Comunale con un orecchio allo Stadio ed uno alla radio, in attesa di buone notizie, ed un pareggio è sì una buona notizia, forse addirittura ottima. A quegli intrepidi Ultras Fondani, che l’hanno presa a ridere pur sapendo di non poter calpestare gli spalti e che non gliene può fregar di meno di non aver visto falli e punizioni, rinvii ed occasioni; a quei matti che invece di far ritorno a casa hanno aspettato l’uscita della squadra e di Mister Parisella dagli spogliatoi per dimostrare ancora una volta, anche se non servirebbe ricordarlo, che la Iacuele c’è sempre, dentro e fuori, e se sarà sempre “fuori”, meglio ancora, risparmieremo i soldi per il biglietto…