Archivi del mese: Novembre 2006

Finché Vivrò #5

Finché vivrò…

E siamo al quinto atto della nostra fanza, con una copertina che mette in risalto le innumerevoli promesse andate a vuoto dei politici di turno! In questo numero: il "Manifesto del Calcio" tratto dal sito di Action Now; occhi puntati su "Subbuteo fair" che si terrà a Roma il 24 novembre; per la rubrica "Multisala", le recensioni di "Best" e "C.U.C.S.", documentario sulle origini del Commando Ultrà Curva Sud; il resoconto di Fondi-Gaeta; risultati, classifica e le foto più emozionanti delle ultime gare.

Anno IV – Quinto Atto

Solo per…
cuori forti

Non svegliateci, vi prego, lasciateci sognare. E non rompete, fateci godere questo momento. Dedicatevi ad altro, è l’ora della vittoria, è scoccata, il treno puntualissimo e noi lì al binario pronti per saltare su. Tre punti, una rimonta d’altri tempi, un pomeriggio per cuori forti, la rete travolta, i giocatori a cantare con noi, lo stadio in piedi ad applaudire il più bel Fondi di questo inizio di stagione. Sfrontato, concentrato, coraggioso! Undici giocatori diventati davvero gladiatori, come vorremmo vederli tutte le sante domeniche. Ed anche il solito teatro non ha retto, si è lasciato andare ed è esploso in un boato che sa di rabbia e grinta, voglia di grande calcio e palcoscenici prestigiosi. Sette caselle annerite nelle ultime tre giornate di campionato ed ora uno scontro diretto che può finalmente riportarci in una zona più dignitosa di classifica. Arriverà all’Arnale Rosso il Colleferro del grande “Ciccio” Graziani, reduce da ben cinque sconfitte consecutive e per questo deciso a cambiare rotta, ad invertire il senso di marcia. Una gara che si annuncia equilibratissima e difficile da affrontare, ma che il Fondi visto in campo mercoledì pomeriggio può fare sua. Conquistare un’altra vittoria nel giro di cinque giorni sarebbe il massimo, riporterebbe ancora più entusiasmo, ed anche qualche scettico tornerebbe ad assiepare le tribune.

La squadra ha bisogno del sostegno di tutta la città, perché la serie di risultati utili inanellati è di buon auspicio per il proseguimento della stagione ma la strada per la salvezza è ancora lunga e tortuosa. Lo stadio va riempito, ai ragazzi in campo va trasmessa fiducia, ed anche un disimpegno clamorosamente errato non sempre va fischiato o deriso. Conosciamo i limiti di questa squadra, sappiamo che l’obiettivo stagionale è quello di difendere il posto in Eccellenza, non dimentichiamocelo mai. Rischieremo di essere ipocriti! Per il bene del calcio cittadino in toto vanno superati i personalismi, le incomprensioni, le diversità di vedute, le antipatie. Certo restano le prese di posizione, quelle mai saranno rinnegate, ci mancherebbe. La coerenza è intrisa nel sangue di questo manipolo di fratelli, sinonimo di mentalità, ma allo stesso tempo galleggia nell’anima la maturità, la consapevolezza che senza un’unità d’intenti sarà difficile “resistere”. Resistere oggi per costruire un domani da protagonisti. Le carte in regola ci sono tutte, basta giocarsele bene.

Come devono essere giocate bene le risorse per la campagna rafforzamenti della rosa attuale. Ottimo l’acquisto del veterano Serapiglia, proveniente dall’esperienza prima positiva poi disastrosa con l’AnzioLavinio del simpatico Rizzaro. Giocatore duttile, impegnato già nella vittoriosa gara casalinga col Gaeta, nel primo tempo da centrocampista a sinistra e nella ripresa indietreggiato sulla linea di difesa per sfruttare al meglio le sue doti di fluidificante di fascia. Non siamo abituati a giudizi affrettati ma pensiamo sia comunque il caso di puntellare la squadra con un possente centravanti, in alternativa a Varroni e Paolella, considerato che la difesa risulta essere tra le migliori del torneo ed il centrocampo sembra aver trovato la giusta quadratura con l’inserimento di Pelliccia (una rete per lui ancora più bella di quella messa a segno ad Alatri lo scorso anno) al fianco di un DiBiasio apparso in netta crescita nella gara con gli uomini di Ghirotto. Saranno le scelte di Orticelli a direzionare le strategie societarie o i vertici dirigenziali vorranno lo stesso avvalersi delle prestazioni di un nuovo giocatore che possa permettere di colmare quello che per ora resta l’unico reparto a stentare? Staremo a vedere, nel frattempo brindiamo ancora alla splendida vittoria contro i biancorossi di Magliozzi.

In molti hanno rivisto nel clima, nelle diverse ambizioni, nel potenziale delle formazioni la sfida stoica vinta con la capolista Morolo nello scorso campionato grazie ad un eurogol di Germano. Troppe le coincidenze, perfino i colori sociali dell’avversario, figuriamoci! Ed alla fine l’epilogo che tutti speravamo di poter vivere. Una vittoria strameritata, frutto di una prestazione convincente di tutta la squadra, in particolar modo del pacchetto arretrato che è riuscito ad arginare il prorompente attacco ospite, guidato da Santucci, grande bomber ma uomo di merda. Sugli scudi Assogna, che ha abbassato la saracinesca negli ultimi dieci minuti, permettendo ai suoi compagni di reparto di dormire sonni tranquilli, l’inserimento in grande stile dell’ultimo arrivato Serapiglia, la forza di volontà del giovanissimo Paolella risultata decisiva ai fini del risultato finale. Verrebbe da dire il solito Langiotti, sacrificatosi come sempre, picchiato ripetutamente dai rudi difensori gaetani, ma sgusciante che è una bellezza. Matura così un vero e proprio trionfo, contro tutti i pronostici, anzi, quasi tutti visto che Vero Ultras ha indovinato il punteggio finale ed ha festeggiato addirittura scavalcando la rete insieme ad altri per abbracciare i ragazzi venuti sotto il nostro settore. Tutta la squadra sotto da noi, a battere le mani con noi, come non avveniva da tempo. Addirittura a cantare negli spogliatoi, sotto la doccia, per quella che può davvero essere la partita della svolta. Una bella emozione, un’iniezione di goduria come l’ha definita qualcuno.

La nostra partita? Beh, serve dirlo? Forse è racchiusa nella battuta di alcuni spettatori che prima di abbandonare lo stadio hanno accompagnato l’ennesimo coro, hanno fatto festa con noi, hanno detto: “Vajù, sta’ partit l’avet vint vuj!”. Un’esultanza che da troppo tempo tenevamo dentro, finalmente esplosa. Anche se può sembrare strano la gioia maggiore è stata quella di riuscire a coinvolgere a più riprese il resto del pubblico, a far sentire tutti partecipi di una scommessa, quella appunto di rimontare. Per la prima volta probabilmente ci hanno creduto tutti, noi e la squadra in primis, ed a seguire tutta la tribuna, tutta! Gufetti e portoghesi si son dovuti arrendere anche stavolta, non ce n’è stato per nessuno. “Finchè il cuore batterà il mio canto si udirà”, vi ricorda nulla?

Finché Vivrò #4

Finché vivrò…

Uscita infrasettimanale anche per la nostra fanza…e come potevamo non ringraziare il nostro "amato" Zarelli!?  In questo numero: Fondi-Nettuno vissuta sugli spalti dell’Arnale Rosso; "Cavolo come…vi rode il culo", dedicato agli odiati galletti francesi che ancora non riescono a deglutire; per la rubrica "Multisala" le recensioni di "Fight Club" e "Ragazzi di Stadio"; la trasferta di Anitrella; risultati, classifica e gli scatti più emozionanti delle ultime gare.



Anno IV – Quarto Atto

Novembre ’06

Sottotitoli novembre’06

E sì, vecchio stampo, vecchio calcio, e soprattutto vecchie maniere. Semplice sì ma profondamente significativo il Sottotitolo che va in scena da oggi e ci terrà compagnia per tutto il mese di Novembre. Terzo appuntamento della rubrica più filosofica, passateci il termine, del nostro blog, che tra l’altro proprio nello scorso week-end ha raggiunto la soglia delle venticinquemila visite, ormai già abbondantemente superata. “old style, old football, old manners” perché questo è il filo conduttore del nostro modus vivendi, del nostro intendere la militanza ultras quotidianamente. Un inglesismo tutt’altro che casuale, e vi spiegheremo tra poco il perché di questa scelta. Scelta sicuramente dettata dal bisogno di esprimere uno stato d’animo in costante fomento, capace di prendere slancio in pochi istanti di fronte ad un inequivocabile richiamo. Calciofili? Sì, è innegabile, conviene ammetterlo. Confessiamo spudoratamente! Non accettiamo paragoni però, questa è una malattia che non conosce medicinali tantomeno prevenzioni, è un vizio che non può essere nemmeno lontanamente equiparato a nessun altro delizioso, maledetto o perverso piacere, è una passione che cresce dentro parallelamente alla tua carta d’identità. Un cancro che ti corrode lo stomaco, ti spella le mani, ti abbronza la pelle, ti bagna come una sedicenne alle prime armi. E ti arrapa come una scena erotica del maestro Brass, ti innervosisce per una bandierina sventolata quando il tuo attaccante sta per metterla dentro, ti delude per un rigore sbagliato al novantesimo, ti travolge se la palla finisce in rete e manca poco al termine, ti annienta se hai la trasferta mattutina dopo l’ennesima notte insonne. Ma te ne freghi e timbri il cartellino! Eccert!

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Ed allora ripensi a quelle fotografie in bianco e nero che tieni appese nella cameretta o gelosamente chiuse nel cassetto, rivivi le domeniche in scarpettine da ginnastica numero 36, panino con la frittatina avvolto dalla carta oliata che più oliata non si può, la prima bandana messa al collo, ti cerchi nelle locandine revival che questi pazzi mettono in giro proprio per farti venire, in ogni senso e non solo allo stadio. Rivedi tuo padre che ti prende e ti mette sulle sue spalle per farti vedere meglio il campo, ricordi la prima bandiera che mamma ti ha cucito apposta per la partita con la prima in classifica, i borghetti e le birre che costavano quanto oggi costa una caramella del discount. E ti commuovi, perché il calcio è cambiato, ma non solo lui. Cambiata la gente, cambiata la minestrina, cambiato tutto! La maglietta sembra essersi scolorita dopo un lavaggio controvoglia, di gagliardetti nemmeno l’ombra, di divise blu però sempre di più ed ovunque. Lo stadio sembra un teatro, quelli che una volta erano tifosi oggi sembrano simpatizzanti o spettatori in vacanza al ForoItalico per gli internazionali di tennis. Non c’è più il grande Elio a commentare le partite, e quando scegli di piangere come un bambino senza lecca-lecca guardandoti quelle videocassette ti accorgi di come sia mutato anche il modo di raccontarla una gara, di emozionare la gente con una frase ad effetto. Non c’è più Antonio, non puoi ridere delle sue battute, non puoi offrirgli da bere per poi vederlo schiacciare la lattina con due dita, non senti più il suo boato, non puoi più vederlo scorazzare in tribuna vestito di rosso e di blu. Non c’è più il Fabiani, la bolgia infernale, il catino ribollente, c’è un deserto di ferro, desolante, ed un mostro di cemento abbandonato lì da diversi anni, la nostra PuntaPerotti, in attesa di essere buttato giù. Eccert!

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Scenario preoccupante, stimoli che fanno fatica ad emergere, prospettive poco rosee, ma sei ancora lì, non molli, non mostri il minimo tentennamento, hai scelto la tua strada. D’altronde “ciò che viene fatto per amore accade sempre al di là del bene e del male”, lo sai bene, e da questa frase di Nietzsche hai messo su il tuo credo, il tuo destino, il tuo passato vissuto che nel presente vive e nel futuro vivrà, convinto contro ogni logica della ragione che il domani possa riservarti momenti di gloria che tanto stai aspettando e desiderando. Anche se gli indizi, molto più di tre e quindi volendo mettere il dito nella piaga equivalenti a più di una prova, fanno rabbrividire anche il miglior cartomante del pianeta, anche se le previsioni spaccherebbero a metà la palla di vetro più infrangibile non fai un passo indietro, ormai ti sei dichiarato. Sei in guerra contro il calcio moderno, di poltrone non ne vuoi sentir nemmeno l’odore, di processi ed interviste te ne strafreghi. Non hai di fronte uno spumeggiante repertorio di giocate o tatticismi, l’obiettivo stagionale è difendere la categoria, si gioca quasi sempre alle 11 ed a volte addirittura di mercoledì o sabato, ma tu non hai ripensamenti. Non sei acqua minerale, non fai le bollicine, sei uno di noi, noi che “non siamo tanti, ma ultras tutti quanti!”. Noi che non siamo mai sazi, ci sgoliamo come si trattasse di scofanarci di fronte ad un tavolo imbandito, ci mettiamo in testa di cantare novantacinque minuti e poi cantiamo anche fuori dallo stadio, persino dopo uno 0-0. Noi appunto… vecchio stampo, vecchio calcio, vecchie maniere.

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Un taglio europeo dunque per un sottotitolo che alza il sipario, infine, su quello che sarà un evento particolare dedicato ai malati cronici che si cibano di “pane&pallone”, a chi come noi non ne vuol sapere di modernizzazione, progresso, evoluzione se questi tre termini vogliono essere legati al mondo che ama, a tutti gli inguaribili romantici del calcio e del suo elettrizzante contorno, di idee, movimento, aggregazione, valori. L’appuntamento in questione è previsto per il prossimo 24 Novembre, a Roma, organizzato da ActionNow, ente no-profit il cui link da più di qualche mese trova spazio nella colonna alla vostra sinistra, e rappresenterà un meeting per gli amanti di tutto ciò che il calcio del 2000 ha cercato invano di cancellare. Tra mostre fotografiche, presentazioni di libri, esibizioni, collezionismo risalente addirittura fino agli anni ’50, tanti ospiti d’onore e la consegna dell’importante Premio Europeo “ActionNow” nato con l’intento di premiare i modelli di esemplarità sportiva per le giovani generazioni. Biglietto da visita di tutto rispetto per una manifestazione unica nel suo genere che gode del patrocinio tra l’altro dell’Unione Europea, del Comitato Nazionale Italiano Fair Play, della Johan Cruyff Foundation, dell’Ambasciata britannica a Roma e degli enti locali e regionali. Evento cui naturalmente parteciperemo anche noi, eccert!