Maggio ’07

Sottotitoli maggio’07


Da oltre duecento giorni sono lontani da casa, ma non hanno scelto di andare in trasferta. Da oltre duecento giorni hanno dovuto salutare mogli e figli, amici e parenti, ma non sono in vacanza. Sono costretti a passare le loro giornate chiusi in una stanza, perché in Italia questa si fa chiamare “custodia cautelare”, eppure i rischi di una possibile fuga all’estero per l’inizio di una più o meno lunga latitanza sembravano, e sembrano, non sussistere assolutamente. Hanno la faccia pulita, ma qui non sindacheremo certo le loro scelte o le accuse rivolte loro dalla magistratura capitolina, qui analizzeremo solo un aspetto di questa strana vicenda: Lotito, Chinaglia e gli Irriducibili. Lungi dal voler prendere posizioni l’appello è più che altro di carattere umanitario, ed esprimere massima solidarietà ai ragazzi della Nord di Roma sotto assedio è il minimo che si possa fare. Oggi che un marocchino viene scarcerato anche se reo di aver investito una giovane ragazza riminese di appena diciassette anni, uccidendola sul colpo, al volante della sua fuoriserie, in stato d’ebbrezza: per lui diciassette mesi, con la condizionale, libertà. Oggi che per l’ennesima volta si è svolta nella capitale una manifestazione allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’arresto dei tifosi biancocelesti, da sei mesi in attesa di giudizio. Una “Partita per la Libertà” che ha visto scendere in campo ex calciatori, sostenitori, volti noti dello sport romano, una bella e lodevole iniziativa organizzata dal Comitato “Giustizia e Libertà” in collaborazione con l’Associazione “Nati per lottare – Onlus”.

Da più parti sono arrivati in questi mesi giustificazioni o tentativi di ennesima criminalizzazione del pianeta. Alcuni hanno preso le distanze dalle decisioni degli Irriducibili, altri le hanno addirittura condannate. Il minimo comune denominatore resta però questo: la condivisione generale della gravità della disparità di trattamento con cui la Giustizia Italiana sta gestendo la situazione, sovrapponendo spesso e volentieri le responsabilità e continuando a depenalizzare reati di primo ordine a discapito di quella che è una chiara "operazione" mirata alla distruzione del fenomeno ultras. Essere colpevoli, imputati, indagati, segnalati, sospettati o semplicemente osservati speciali per la propria passione ed i propri colori equivale ad aver abusato di una creatura di quattro anni nell’ambiente sano ed “educativo” di un asilo nido. Strano poi che il candido Ministro Mastella, dall’alto del suo incarico di Governo, si permetta di chiedere all’opinione pubblica di valutare bene i fatti prima di costruire “mostri”. Ancor più strano, come suggerisce una battuta ironica, il fatto che non siano in cantiere leggi speciali record e provvedimenti restrittivi della libertà personale per tutti i professori, le maestrine ed i collaboratori scolastici della penisola italiana. Decisamente ridicolo, invece, che il Presidente della Repubblica saluti con entusiasmo ed approvazione la scelta del Governo di cucinare la massiccia e golosa torta dell’indulto, permettendo così a veri e propri criminali di poter tornare liberi. Liberi di delinquere, liberi così di uccidere e violentare, liberi di rapire e rapinare. Di casi esemplari ce ne sono a bizzeffe…

E sì, essere diffidati, come dice qualcuno, ci sta, va preventivato, fa parte del gioco. Quello che fa rabbia è il carattere del provvedimento: amministrativo, e per questo, nella realtà dei fatti, non annullabile, non riducibile, non condonabile. Avete capito bene, non fatevi illusioni! Una multa è diversa, puoi ricorrere, puoi sperare che venga cancellata, puoi non pagarla, la diffida no. La diffida te la tieni, perché memorie, Gip, avvocati e Cassazione, ricorso contro l’obbligo di firma ed eventuali testimonianze fornite a tuo favore lasciano il tempo che trovano. Per lo Stato sei già etichettato, sei il male assoluto, sei da estirpare, la pulizia non sarà etnica ma altrettanto distruttiva. Può capitare ogni domenica, anche solamente se attacchi lo striscione alla rete e per farlo ti arrampichi su di essa. Può capitare anche se hai la sfortuna di essere antipatico al Commissario ed a lui va di farti passare i guai: basterà scrivere al Questore, nell’arco di due ore, senza raccogliere conferme in giro o appurarsi che si tratti di eventi realmente accaduti emanerà il Daspo. E per te “Addio” ad uno, due, tre anni di calcio. Non ci stai, ti ribelli, spendi un patrimonio per vincere questa tua battaglia di Libertà ma tutto sarà inutile: hanno sempre ragione loro, cazzo! Sì, loro, nonostante su quelle teste ricadano responsabilità per episodi gravissimi in un passato più o meno recente, in ogni angolo d’Italia, ed un presente colorato dalle performances dello Stadio Olimpico durante Roma-Manchester. Il Prefetto, omertoso ed ipocrita, troverà giustificazioni e tirerà fuori versioni fantasmagoriche, le tv faranno poi il resto, i giornali altrettanto. Ed il tuo nome, per intero, finirà in prima pagina, precedendo titoli minuscoli che parlano di accoltellamenti, stupri, traffico di armi. C’est la vie, en Italie… per dirla alla Platini.

Ad alcuni Irriducibili è andata peggio, i reati loro contestati sono ancor più pesanti. Reati che vanno dall’associazione per delinquere, alla diffamazione attraverso un programma radiofonico, alla violenza privata nei confronti di due giornalisti. Accusati inoltre di tentata estorsione e minaccia nei confronti del presidente Lotito: ecco perché lo scorso 27 di Febbraio la Seconda sezione penale della Cassazione ha deciso che devono rimanere in carcere. La Suprema Corte sottolinea che "l’ordinanza oggetto di censura ha delineato in maniera precisa i fatti e ne ha fissato un profilo di rilevanti gravità con motivazioni giuridicamente coerenti". Va ricordato che all’inizio sono state nove le ordinanze di custodia cautelare nell’ambito della mega inchiesta della Procura della Repubblica di Roma sulla scalata alla Società Sportiva Lazio, e colpito dal provvedimento è stato anche l’ex bandiera del club, quel Giorgio Chinaglia. In attesa di essere giudicati, senza quindi essere nemmeno stati rinviati a giudizio, da oltre duecento giorni sono prigionieri. Purtroppo non più “Prigionieri di una fede”, come in una notevole coreografia della Nord, bensì della propria nazione, della Giustizia di un’Italia che non ne vuole proprio sapere di recuperare dignità e credibilità, una Patria in rovina che continua a difendere gli indifendibili ed a punire chi è solo colpevole di amore, amore immenso.

9 pensieri su “Maggio ’07

  1. Pur non essendo assolutamente d’accordo con le scelte fatte dal gruppo a partire da un certo momento in poi (mi sembra che sia dal 94 che fatico a stare sulla loro stessa lunghezza d’onda….ed in pratica ho chiuso con loro dall’anno dello scudetto)…non posso non manifestare solidarietà per chi sta pagando ben oltre il consentito…un anno di carcerazione cautelare (ad ottobre se non erro)…NON SI PUO’ SENTIRE…solo agli ultras è destinato questo trattamento (…e sapete quanto io sia contro al facile vittimismo)….agli ultras e ai poveri disgraziati!

    E pensare che in parlamento ci sono personaggi eletti nonostante abbiano a loro carico precedenti e processi in corso…se non sbaglio uno è stato anche presidente del consiglio…CHE GRAN PAESE DI MERDA!

  2. bellissimo articolo..

    abbiamo provveduto a pubblicarlo sul nostro blog!

    😉

  3. bellissimo articolo.

    anche io concordo con ilModernista sulle scelte fatte negli ultimi periodi ma di certo più di 200 giorni di carcerazione preventiva sono uno sputo in faccia alla dignità umana…

  4. Mi presento, sono una ragazza che partecipa ad un progetto universitario sulla creazione di blog, e ne ho realizzato uno sul mondo ultras troppe volte bistrattato, poi soprattuto quanto è successo a noi con i ragazzi (sono una ultras della lazio), comunque mi farebbe piacere se passaste e mi lasciaste un commento. Grazie, Vi Aspetto!

  5. Le ultime sulla vicenda, grazie ad un interessante articolo tratto da http://www.iopensoultras.splinder.com

    Un gioco al massacro

    “Mi ero ripromessa di essere il più imparziale possibile in questo blog, ma purtroppo in questo momento non ce la faccio proprio, ho un macigno da togliermi, ho bisogno di dire ciò che penso…

    Mi hanno sempre insegnato che il primo presupposto che un giornalista deve rispettare è verificare la veridicità dei fatti, ma da noi sembra che i giornalisti “professionisti” non se ne curino e così in un qualsiasi mercoledì di maggio vedi comparire sulla rete e sui giornali notizie di questo genere:

    “Tre tifosi della Lazio, Yuri Alviti, Fabrizio Toffolo e Fabrizio Piscitelli, sono stati condannati dalla Corte di Appello di Trento a tre anni e sei mesi di reclusione per lesioni gravi ai danni di un giornalista della Gazzetta dello Sport, Maurizio Nicita, colpito e ferito il 19 luglio del 2002 nel raduno di Vigo di Fassa.”

    Assurdo. Non basta che quei ragazzi sono da 232 giorni chiusi in carcere.

    Non basta che sono 8 mesi che attendono un processo che ancora non arriva. Devono continuare a sentire i loro nomi urlati a gran voce, per un fatto, in cui centrano soltanto in parte e che comunque attende ancora un giudizio di terzo grado.

    Non mi permetto di giudicare il fatto in sé, che comunque se fosse vero sarebbe un gesto sbagliato. Ma punto il dito sul fatto che sono ragazzi che ora come ora non hanno possibilità di difendersi, sono stanchi e delusi. Tutto questo sta diventando davvero un gioco al massacro, è tempo di darsi una regolata. Ma qualcuno ha pensato che ha casa, questi ragazzi, hanno madri, padri, mogli, fidanzate, figli e amici che li aspettano e che ad ogni notizia di questo genere è come se ricevessero una coltellata al cuore?”.

  6. Notizia di ieri… da sportnews.it

    “Irriducibili. Lo dice la parola. Nemmeno nove mesi di carcere preventivo, e una singolare procedura di accanimento giudiziario sono riusciti a distruggere la fede biancoceleste dei quattro ragazzi coinvolti nell’inchiesta per presunta estorsione (caso Chinaglia) e minacce ai danni del patron della Lazio Claudio Lotito.

    Da oggi anche Fabrizio Toffolo e Yuri Alviti potranno riabbracciare le proprie famiglie perchè passati agli arresti domiciliari (come Paolo Arcivieri e Fabrizio Piscitelli). In attesa di un giudizio che non ha ancora visto l’inizio della fase processuale, i 4 capi dello storico gruppo Ultras targato Lazio rivedono la luce grazie a una decisione quanto meno consona, che chissà per quale strano motivo, tardava ad arrivare.

    Il braccio di ferro è stato lungo ed estenuante: da una parte gli Irriducibili, tanti tifosi della Lazio, e rappresentanti di altre tifoserie (compresi quelli della Roma) che per solidarietà hanno sposato la causa dei 4 ragazzi. Dall’altra Lotito, i lotitiani e le autorità giudiziare. In attesa che gli organi competenti facciano luce su questa intricata e quanto contraddittoria vicenda (scontata una delle più lunghe pene preventive in attesa di giudizio), la tifoseria biancoceleste torna a sorridere. Irriducibili, lo dice la parola”.

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