Gennaio ’07

Sottotitoli gennaio’07

La forza di resistere, di reagire, di non mollare, di perseverare. Diabolicamente se necessario! Gli ultras la forza per combattere un altro anno ce l’hanno, eccome se ce l’hanno. Hanno voglia di vivere, e non di sopravvivere, hanno voglia di soffrire, piangere, gioire, sorridere, esultare, sdrammatizzare. Hanno voglia di altri dodici mesi di passione. Ed hanno soprattutto la forza di respirarli, di appiccicarseli addosso, di goderseli, nei momenti di delusione ed in quelli di meritata esaltazione e fomento. 365 giorni tutti d’un fiato, per chi ha coraggio da vendere, disponibilità al sacrificio ed anche consapevolezza del proprio ruolo fondamentale. In un calcio sempre più lontano dalla gente, sempre più chiuso nei palazzi, fatto su misura per ipocriti ed opportunisti. Un contesto alquanto desolante per chi ama cibarsi di pane&pallone, per chi è cresciuto al campetto di cemento o nella strada sotto casetta sfondando ripetutamente le scarpe che mamma comperava la domenica mattina al mercato-fiera. Ed allora ci perdoneranno BlissTeam e company se abbiamo voluto coniare sulle note del loro tormentone “People have the power”, targato inizio anni ’90, il sottotitolo d’apertura di un anno che si preannuncia durissimo da affrontare. Un 2007 davvero intrigante, che può nascondere piccole grandi soddisfazioni alternate a nuove ed amare delusioni, epiloghi felici da favole rosa o tremendi risvegli che smorzano i sogni e riportano ad una realtà da incubo. Quello che non manca, a conti fatti, è proprio la forza della gente, la nostra forza, il nostro rispondere presenti al richiamo della fede.

Che il calcio sia decisamente cambiato se ne sono accorti anche i parcheggi degli stadi, è cambiata allo stesso modo la società che ci circonda, non poco, e, di conseguenza, il contesto sociale dello sport. L’anno appena conclusosi, in particolar modo, ha segnato mutamenti epici nell’ambito ultras dello stivale, con lo scioglimento di diversi gruppi storici, per i motivi più diversi non ultimo quello del mancato ricambio generazionale. Aspetto quest’ultimo che meriterebbe approfondite riflessioni, al momento limitiamoci a prendere atto della situazione attuale: i quindicenni e sedicenni di oggi non sono i quindicenni e sedicenni di venti, quindici o anche dieci anni fa. Difficilmente vengono attratti dal nostro mondo, preferiscono la cannetta, lo shopping con la carta di credito di babbo, i pomeriggi e le nottate davanti ad una playstation. Nel nostro caso a tutto ciò si aggiunga la mancanza di un vero punto di aggregazione, un settore distinto e distante dal tifoso occasionale o dallo spettatore di teatro, senza dimenticare una tradizione calcistica tornata in categorie accettabili solo qualche anno orsono dopo stagioni buie in Prima Categoria e Promozione ed un movimento che ha dunque ripreso a marciare non più di quattro campionati fa dopo una pausa, in diversi casi “forzata”, di un buon decennio. Il ragazzetto soffre più o meno consapevolmente l’assenza di valori ed ideali, lo scarsissimo senso di appartenenza ad una città-patria e l’annebbiamento culturale, si adegua al “campare” quotidiano senza scegliersi un proprio amore da condividere, una passione da divorare, una bandiera da sostenere. L’imborghesimento delle nuove generazioni ci ha dichiarato guerra!

Ma gli ultras non sono soliti abbattersi, anzi. Combatteranno e vinceranno anche questa di guerra, con la forza del proprio modo di vivere e di concepire il calcio e non solo esso. D’altronde non conoscono confini, sono ovunque, con colori diversi ma sotto un unico vessillo. Ed hanno sempre avuto quel senso di solidarietà e rispetto per l’avversario che esula da qualsiasi immaginario collettivo. La cosa che però va sottolineata è il nuovo fenomeno, se così vogliamo chiamarlo, della condivisione di una barricata. Termine troppo forte? No, assolutamente, perché è la giusta definizione per spiegare come gli ultras abbiano saputo coalizzarsi e fare fronte comune, o quadrato fate voi, nei confronti di quello che viene avvertito da molti come primo nemico. Di netta contrapposizione parla qualcuno, di pura e sana rivalità altri. L’editoriale di un seguitissimo magazine si sofferma in particolare sul momento di esplosione del caso: “Iniziata come una forma unilaterale di insofferenza sentita dagli ultras verso coloro che ne controllavano le azioni e ne restringevano la libertà personale, è poi diventato un contrasto reciproco”. Un esempio su tutti? L’automatico lancio di cori di solidarietà cantati dalla tifoseria avversaria verso quella che in quel momento sta subendo una carica dei celerini. O ancora gli striscioni che, sorvolando su rivalità e inimicizie, vengono esposti per chiedere giustizia o verità contro i soprusi perpetrati ai danni di altri ultras. Emblematiche in proposito le testimonianze che sono arrivate ai bresciani per Paolo, e nel pretendere chiarezza sui fatti della stazione di Verona, significative le prese di posizione di realtà totalmente opposte per chiedere giustizia per l’ultras napoletano finito in coma nella trasferta di Pescara. Sbalorditivo, invece, è stato l’effetto avuto sull’intero movimento europeo dall’assassinio di Julien Quemener, l’ultras parigino ucciso da un poliziotto dal palmares non proprio felice al termine di PSG-TelAviv.

Appare evidente come in questi ed in tanti altri casi, sfortunatamente simili, gli ultras abbiano dimostrato un sentire comune, un forte senso di unione e compattezza, quasi a voler ricacciare dal proprio mondo chi cerca di reprimerlo ed annientarlo. L’estraneo, l’intruso, la pedina in off-side pretende di imporre regole, abusa del proprio status, ed invece di contribuire alla sicurezza negli stadi, almeno quello che vorrebbe il buonismo dilagante, si permette di aizzare le masse con sputi verso i settori ospiti, sottrazione/furti di pezze e striscioni, perquisizioni esagerate, insulti ed atteggiamenti inequivocabili, provocando reazioni sicuramente giustificate. Non generalizziamo, no di certo, ma a differenza di altri dibattiti in questo caso di eccezioni ne troviamo ben poche, e non vogliatecene, è la realtà. Può far male, può far riflettere, può far arrabbiare, ma è la verità sacrosanta. E siccome amiamo difenderla e proporla, sempre e comunque, nonostante tutto e tutti, ficcatevi nella testa fin da questo momento che il sipario appena apertosi su questo nuovo anno ci sta nascondendo diverse ed elettrizzanti sorprese. Statene certi! Noi siamo pronti a scartare anche questi pacchi, abbiamo the power di continuare a percorrere il nostro sentiero, sperando che di strada per la gloria non ne sia rimasta ancora troppa.

8 pensieri su “Gennaio ’07

  1. …e la forza di ESSERCI

    …anche e soprattutto per chi vorrebbe ma non può!

    La Domenica fattela allo stadio!

    afecionados

  2. colori diversi

    città diverse

    tradizioni diverse

    stessi ideali…

    ULTRAS UNO STATO MENTALE

    UNO STILE DI VITA

  3. Mah…a me non convince affatto. Banale e uguale ai 300.000 interventi che si leggono sulle centinaia di blog che sono sorti questi ultimi due anni (ah…maledette mode!). Non ci siamo…se non siamo in grado di esprimere un’idea che abbia quantomeno una parvenza di originalità siamo già morti (E LO SIAMO). Sempre le solite frasi…lotta al calcio moderno (che detto da una tifoseria d’Eccellenza fa morire dal ridere)…lotta all’ultras moderno (perché voi che siete?)…lotta alle diffide…lotta contro i giocatori mercenari (invece l’ultras che vende il materiale cos’è? Un imprenditore modello?)…lotta contro i presidenti…lotta contro questo e contro quello.

    Il futuro sono i pseudogruppi come i BISL…visibilità pari a zero…allergia al materiale…niente blog (che hanno rotto il cazzo…tanto copiate tutti a acasuallife del mio amico Johnny)…niente striscioni di solidarietà (ah…i vecchi veronesi…SALTA CON NOI ALEX ZANARDI cantata a Bologna è da primato…grandissimi)…niente striscioni con “rima” (hanno strarotto il cazzo)…niente proteste (ma a che servono…ma chi ci ascolta?)…consapevolezza del proprio essere “banditi” e quindi niente piagnistei su diffide, denunce (so di gruppi che manco hanno diffidati che protestano) e botte prese…consapevolezza che in uno scontro ci può scappare la tragedia (se hai paura non scontrarti)…loro sono il futuro…progetto ultra, ultras italia e compagnia cantante hanno già sancito la morte del movimento…e sono già il passato.

    Una volta parlando con Johnny facemmo una lista di parole che non voremmo più sentire…uscì, più o meno, questo…eliminare:

    – ultras (non ha più senso)

    – mentalità ultras (e ch’è?)

    – infame

    – lame

    – rispetto (solo per farci belli davanti ad uno scatto del fan’ magazine di turno)

    – solidarietà.

    Credo che, sapendo che sono di Terracina, interpreterete il mio commento come un attacco…non è così…non mi importa nulla di attaccare voi…attacco il vostro pensiero…perché il vostro pensiero è la morte di un movimento che ha quasi 40 anni di vita.

    Vi saluto parafrasando ancora una volta i VERONESI:

    CALCIO MODERNO? MI DISPIACE NON HO TEMPO!

  4. Caro modernista NOI non attacchiamo nessuno al contrario di te ognuno puo’ esprimere il proprio parere(sempre in maniera corretta),una pensiero puo’ o non puo’piacere.Cmq.secondo me e’ il tuo pensiero che non va……

    DISTINZIONE

  5. …saluto con grande piacere la visita sul nostro piccolo ritaglio virtuale di uno dei più celebri utenti dei siti/muri ultras dell’intera regione. Non prenderla come una ripassatura, ci mancherebbe, è semplicemente una constatazione: vuoi forse negare che sia così? E poi, prima di passare al sodo, permettimi una riflessione sommaria su quanto da te scritto nel finale di post. Personalmente non reputo antipatica la tua partecipazione alle nostre discussioni, anzi, sincerità per sincerità credo sia proprio questo uno dei pochi motivi giusti e costruttivi per giustificare le ore a spremere polpastrelli su di una tastiera. Accetto di buon grado le tue considerazioni ma non posso condividerle, scusami. E quanto al timore espresso di essere reputato antipatico per la tua provenienza posso risponderti senza problemi che più che la tua carta d’identità è il tuo modo di affrontare un dibattitto a renderti “inopportuno”.

    Vedi, noi conosciamo i nostri limiti, conosciamo ciò che la città può potenzialmente offrire, abbiamo un nostro modo di intendere il calcio ed il sostegno verso la nostra passione e, come ben sai, siamo soliti evitare commenti anche quando spudoratamente “attaccati” su altri lidi. Non amiamo il pc! Preferiamo lo stadio, è quello il nostro pc.

    Ma non credo sia giusto postare un commento come il tuo, in primis perchè sembra quasi il richiamo di un professore ad un alunno biricchino. E così non è, così non può essere! Semplicemente perchè hai addotto motivazioni assurde, in molti casi fuoriluogo, alludendo a presunti “riassunti”, addirittura “copia&incolla” da blog ben precisi dai quali, posso assicurartelo, credo mai sia stato estrapolato qualcosa… forse è successo il contrario, ma questo poco importa!

    Venendo ai dettagli: materiale noi ne distribuiamo/vendiamo sempre e comunque a numero chiuso (e per pura autotassazione e per iniziative benefiche), quindi ti sarai sicuramente riferito a qualcun altro; dei nostri striscioni non dobbiamo dare certo giustificazioni (fermo restando che andrebbe rivisto a tavolino l’utilizzo di queste fantomatiche rime!); delle nostre proteste, come delle vostre, ogni realtà è padrona e responsabile, e non vedo il perchè altri possano e debbano preoccuparsi di commentarle o tentare di ridicolizzale; di diffide posso assicurarti che ce ne sono state ed alcune ancora “pendono” (basta chiedere in giro o tornare indietro con la memoria!); di “lotta contro i giocatori mercenari” possiamo parlarne quando e come vuoi, non è in discussione, credo, la nostra coerenza e la nostra presa di posizione nei confronti di alcuni giocatori in questi anni (…anche qui ti basterebbe fare mente locale!); quando poi parli di “intervento che si legge su centinaia di blog” io aggiungerei che si legge anche su qualche sito a te molto caro, e “casualmente” dopo la nascita di questa rubrica (…ma d’altronde è solo un caso, vero?); di battaglia al calcio moderno penso di poterne parlare perchè credo che siano le nostre categorie le più penalizzate (…ci pensi a quelli che piuttosto di pagare 5 Euro e prendere acqua per vedere, nel nostro caso, una squadra di juniores con giusto qualche veterano, preferiscono spendere 2 Euro per una birretta e gustarsi al maxischermo una giocata di Totti?); dulcis in fundo… non mi reputo un ultras moderno, e non solo per motivi anagrafici, ho le mie idee, i miei valori, le mie originalità, i miei colori da onorare, le mie bandiere da sventolare, i miei stendardi (alcuni originali per davvero!) da issare, ho un mio modo di vivere il calcio e mi reputo leale, coerente, schietto e VERO.

    …credo di essere stato chiaro

    BUONA BEFANA…

    afecionados

  6. Grazie per la risposta dettagliata e sincera.

    La “grinta” di quel post nasce da una mia precisa presa di posizione nel confronto di quel tipo di discorso. Non me ne volere…so che vi parrà strano…ma io non ce l’avevo con voi (lo so…forse non si evince)…ma con il tipo di pensiero che è stato espresso in questa rubrica.

    Quindi, afecionados, ti invito a rileggere il mio intervento senza personalizzarlo.

    Guarda che sostanzialmente posso anche essere d’accordo su alcune cose…ma è poi la realtà dei fatti che non mi convince. Forse sono disturbato…ma io vedo lo stesso tipo di proteste dalla serie A all’eccellenza…lo stesso tipo di stendardi…lo stesso tipo di sciarpe…lo stesso tipo di fanzine…gli stessi cori…MA CHE CAZZO SIAMO DIVENTATI? Chi ci ha preceduto faceva viaggi in Inghilterra col registratore per fissare i cori più belli e riadattarli nell propria curva…questo ci manca. La curiosità…la voglia di sperimentare…di inventare…di cercare la cosa che “realmente” ti contraddistingue dalla massa. Ora non è così…ma sembra tutto una rincorsa alla moda del momento (esempio: quante tifoserie hanno lo stendardino ZetaZeroAlfa?). E se un movimento giovanile come quello ultras perde la spinta innovatrice ditemi voi qual è più la sua funzione.

    Insomma…sono un deluso…quando ho iniziato nell’89 credevo avremmo spaccato il mondo…devo ricredermi…siamo l’ennesima sottocultura giovanile ad essere stata inglobata nei meccanismi della società occidentale.

    I blog sono un altro esempio…fidatevi…ne avrò visti 500…hanno tutti le stesse rubriche…recensiscono gli stessi film e le stesse letture…a questo punto a che serve aprirne un altro con le stesse tematiche.

    Io mi tengo stretto il nostro sito (certo che se lo aggiornassero sarebbe maglio…ma già si fanno il culo per reggere una curva…capisco la loro pausa di riflessione)…semplice…efficace…con pochi fronzoli…senza la minima autoesaltazione…senza tutte quelle menate sulla repressione…ma un continuo accenno alle nostre origini (ultras e non)…all’orgoglio di essere nati nei 60/70…e poi – sono o non sono un professorino? – scusate ma “Ogni maledetta domenica” è un capolavoro…ecco…quando parlo di originalità mi riferisco anche al modo di esprimere il proprio pensiero.

    Oh…io so’ così…se non vi sta bene potete tranquillamente bannarmi…non porto rancore!!!

    Una precisazione…faccio un lavoro che mi “costringere” a stare on line per 8 ore al giorno…ho molto tempo per scorazzare sulla rete…ma, se un’occhiata la do un po’ a tutto, scrivo solo su un forum, su un blog (acasuallife…quando ancora si poteva) e sul nostro muro.

    Un saluto!

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