Archivi del mese: Febbraio 2013

In casa con L’Aquila

Dalla parte giusta!

Non siamo qui a piangerci addosso, non l’abbiamo mai fatto e mai lo faremo. Chi sceglie di essere ultras non deve certo dar conto a nessuno, sia chiaro, ma sa di intraprendere un sentiero irto, conosce ostacoli, diffide, perquisizioni, arresti e nemici. Chi decide di dare un senso all’amore che prova per una squadra di calcio è consapevole della differenza che passa tra l’essere ultras e l’essere un occasionale, tra il dedicare la vita o solo una partita ad una fede calcistica, tra l’amare una maglia o il numero 10.

Verrebbe più facile trovare una scappatoia, scegliere la strada più semplice, definirsi ultras ma comportarsi come un occasionale; dire ma non fare, seguire oggi perché si è primi e domani, da ultimi, arrendersi e non partire.

Troppo facile sarebbe scegliere il proprio destino, troppo facile sarebbe cambiare stile di vita pur di continuare ad amare il numero 10, dimenticando che una volta ci si definiva ultras, si amava solo la maglia, si viaggiava senza scorta, si amava la libertà, si cantava per i diffidati, le questure non avevano il nostro codice fiscale, gli sbirri non avevano il nostro cellulare, le Società non avevano i nostri fili ed eravamo irrintracciabili per chiunque.

Beh, in pochi sono rimasti fedeli, in pochi continuano le vecchie consuetudini, in pochi possono ancora definirsi ultras. Sempre di meno sono quelli che non barattano la libertà per guardare 22 checche che scalciano un pallone, che non ha più nemmeno l’odore del cuoio. Ed allora che si fa?

Qualcuno corre a farsi immortalare dal fotografo, prende appuntamenti in Questura, invia fax dettagliati, si rimangia le parole, fa a cazzotti con la propria coerenza, sceglie altre strade, quelle più comode, dimenticando che non più  di qualche corteo fa, esponeva “dalla parte del torto”. Ora, invece, ritratta striscioni, ritira striscioni, ne fa di nuovi, si dice uguale, si dice lo stesso, ma Noi sappiamo che qualcosa è cambiato, se non proprio tutto.

Non vi parla un guru, non vi parla un leader, non vi parla una voce da seguire, ma vi parla un gruppo di amici, un gruppo di ultras, un gruppo insignificante della provincia italiana, un gruppo di eterni innamorati di valori ed ideali. “Tre stagioni in Serie C, preferiamo così, già perché chiamarla Lega Pro fa molto Champions League. Zero coreografie, eppure di occasioni ce ne sono state tante; zero accrediti, rifiutati anche quando ci sono stati offerti; zero tessere…e fidatevi, per una neopromossa mai stata in C, era come avere un tavolo pieno di dolci; zero “amico tesserato” perché i tesserati non sono nostri amici; zero compromessi; zero autorizzazioni; zero accordi; sempre presenti, ovunque giocassero le maglie rossoblu, senza badare al fatto che sotto i nostri piedi non ci fossero degli spalti; sempre presenti malgrado tre campionati mediocri, con quello attuale che ci sta riportando in Serie D; sempre presenti, malgrado sapessimo già a priori di restare fuori, rischiare diffide, denunce ed arresti; sempre presenti, anche domenica, malgrado da agosto non ci sia nessuno sotto di noi in classifica, ma siamo ultras, non ci piangiamo addosso, più è dura, più si soffre, più si piange e più ci piace.”

Noi…dalla parte giusta, e voi?