Malgrado voi
“Partirono in due ed erano abbastanza…” proprio come quella famosa canzone di Venditti del 1978, che racconta delle sue peripezie con l’amico De Gregori. Un viaggio, l’ennesimo, sulle strade d’Italia, tra panorami mozzafiato, sali&scendi, ponti, viadotti, autostrade, in giro a cercar gloria ed onore, tentando l’ingresso negli stadi del girone.
Poggibonsi, Toscana, incastonata come un diamante tra Siena e Firenze, chissà quante ne avranno vissute da queste parti ai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini. Ma bando alle ciance e si parte anche stavolta, altrimenti quando cazzo passerebbe la domenica senza far nulla!?! Ci rimbocchiamo le maniche, si fa il pieno di benzina, di sacrifici, di affettati sottovuoto, di amuleti e si parte, con un sole primaverile sopra le teste e con il morale di poco sopra i calzini.
Risulterà azzeccata la scelta di anticiparci sull’orario di partenza, così quando si è sulla strada ne approfittiamo per qualche sosta in più. Non so voi (ci riferiamo a chi non si è tesserato), ma a Noi viene una tale tristezza quando all’Autogrill incrociamo transit pieni di occasionali travestiti da tifosi, tutti con un motivo buono per essere derisi, con quei ridicoli cappelli da giullare, quelle magliette da bancarella e quelle sciarpe di raso inguardabili…che a vederli gli mancano solo le “vuvuzelas”.
Pur “timbrando” quasi ogni “punto ristoro” che incontriamo per strada, arriviamo con un quarto d’ora d’anticipo rispetto al fischio d’inizio, roba che nemmeno quando si era in Eccellenza si è mai vista. Botteghino chiuso, entrata ospiti barricata…per poi aprirsi “miracolosamente” quando c’è da guadagnare bei soldoni…eh, che brave ‘ste Società! Ma potrà mai turbarci uno scenario del genere? Macchè! Anzi, visto che tra benzina e pedaggio già raschiamo il fondo del barile, non può che farci piacere restare fuori.
E, se restare fuori, vuol dire trovare un luogo da dove poter vedere il campo e quelle maglie rossoblu senza bisogno di alcuna tessera, beh allora, tanto vale fare come chi parte lo stesso sapendo di far compagnia ad oche e galline. Già, proprio così, oche e galline ad un metro da Noi, con tanto di pezza attaccata al vetusto recinto di un piccolo orto di qualche personaggio della zona che si materializzerà verso il finire della gara e ci rallegrerà una giornata altrimenti triste.
Insomma, anche questa volta niente spalti, anche questa volta nessun biglietto, anche questa volta nessuna gioia, almeno sul campo. In compenso, ci siam “fatti” di natura, immersi come Piero Angela tra ruscelli, abeti e fanghiglia, visto che per arrivare al pollaio ci è toccato circumnavigare un vecchio campo sportivo, facendoci strada tra rovi e frasche, dribblando le merde di cane.
Insomma, anche questa volta pieno di benzina, di sacrifici, di chilometri, di rotture di coglioni, malgrado tutto, malgrado l’ennesima sconfitta, malgrado quest’annata di merda, malgrado il risultato, malgrado la classifica…e come cantava Venditti, malgrado voi!