Archivi del mese: Febbraio 2012

In casa con il Gavorrano

Alla faccia vostra!

In tempi non sospetti avevamo previsto una stagione di lotte e battaglie. Dopo la gara casalinga contro il Melfi avevamo titolato “C’è da soffrire!”. Oggi, a mesi di distanza da quei giorni, possiamo dire di averci azzeccato, per l’ennesima volta. Ancora una volta, lungimiranti nei nostri giudizi, mai affrettati e mai di parte, ma sempre con un orecchio al cuore ed uno alla ragione. Seppur malvolentieri, avevamo predetto domeniche di sofferenze, che solo mettendo in campo tenacia ed orgoglio sarebbero diventate domeniche di gioia.

Contro i toscani, abbiamo rivisto la stessa identica gara d’esordio contro l’Arzanese. Primo tempo da spettatori in campo e seconda frazione da autentici lottatori. Come contro i campani, doppio svantaggio recuperato nella seconda frazione e addirittura, il rammarico di non averci creduto prima, concedendo spazi e metri agli avversari. Il rammarico per quelle occasioni mancate nei minuti finali, che avrebbero ingrossato il bottino domenicale e i punti in classifica.

Il freddo ha fatto la sua parte, uscendo vincitore da un rettangolo di gioco che ha saputo comunque regalare spettacolo ai pochi, pochissimi presenti al “Purificato”. Ormai, non è più una novità e Noi stessi ci siamo stufati di parlare sempre degli assenti, preferiamo elogiare invece i presenti, al di là di ogni condizione atmosferica, perché ciò che conta è seguire i rossoblu, anche con il rischio di prendersi il malanno di stagione. Già, perché chi ha veramente il Fondi nel cuore, non baratta gli spalti del “Purificato” per un qualsiasi divano di casa.

E non ci vuole poi molto per innamorarsi dei colori della propria Città, basterebbe spegnere la tv e lasciare Doni e compagni divertirsi alle spalle dei molti che ancora credono in un calcio pulito e che magari hanno da ridire sui risultati della Serie C, ma continuano a giocarseli ogni domenica. “Questa vince, questa pareggia!” – “Questi si son messi d’accordo!” – “Oggi, è un 2 secco!”. Gli stessi che vorrebbero dai rossoblu in campo “vittorie e spettacolo”, sono i primi che giocano sempre il segno opposto e che, sinceramente, ancora non siamo riusciti a comprendere.

Alla facciaccia loro, i rossoblu, tirando fuori quella tenacia e quell’orgoglio che serviranno in dosi maggiori da qui a fine campionato, sono riusciti a pareggiare una gara ormai compromessa, mandando in aria le “fantasticherie dei fenomeni delle scommesse”. Avanti Fondi, alla facciaccia loro!!!

Finché Vivrò #13

Più che una speranza, la copertina è un invito a non mollare rivolto a tutte quelle tifoserie che hanno scelto di non tesserarsi, appunto “Riconquistiamo le gradinate”. All’interno di questo tredicesimo numero, i resoconti della gara interna con il Chieti e della trasferta di Lamezia Terme. La rubrica “Settore Ospiti”, con i protagonisti di turno, ovvero i Gavorranesi(???). La recensione sul film “ACAB”, vivamente sconsigliato ai veri ultras. Ultima colonna dedicata al nostro Antonio, a sette anni dalla sua scomparsa. A chiudere, Risultati&Classifica, il Prossimo Turno e le foto delle ultime gare.

Anno IX – Tredicesimo Atto

 

Risultati&Classifica

Risultati e Classifica della 26a giornata

Arzanese-N.Frattese
1-0
Celano-Giulianova 22/02
Chieti-L’Aquila 22/02
Ebolitana-Melfi 0-3
Fano-Aprilia 22/02
Fondi-Gavorrano 2-2
Isola Liri-V.Lamezia
22/02
Milazzo-Catanzaro 1-2
Perugia-Campobasso 1-1
Vibonese-Paganese
1-1
Riposa Aversa

 

Classifica P G V N P
PERUGIA 54 24 16 6 3
CATANZARO* 49 24 14 7 3
L’AQUILA* 48 24 13 9 2
V.LAMEZIA* 47 23 13 8 3
PAGANESE 43 24 11 10 4
GAVORRANO 39 24 10 9 6
ARZANESE 38 24 9 11 5
CHIETI** 34 23 10 4 9
AVERSA* (-1)
34 24 9 8 7
APRILIA**
33 23 9 6 8
GIULIANOVA*
29 24 8 5 11
FANO* (-5)
27 24 9 5 10
CAMPOBASSO (-2)
27 24 7 8 10
N.FRATTESE (-2)
26 24 6 10 9
FONDI
26 24 7 5 13
MILAZZO
24 24 5 9 11
VIBONESE
24 24 5 8 11
EBOLITANA (-1)
23 24 6 6 12
MELFI (-4)
20 23 6 6 13
ISOLA LIRI** (-2)
18 24 5 5 13
CELANO* 13 24 3 4 17

*una gara in meno  **due gare in meno

La trasferta di Lamezia

Quando si ama…

Quando si torna da una trasferta come quella di domenica a Lamezia, l’adrenalina è così schiumosa da voler subito ripartire per altri mille chilometri, verso una nuova destinazione. Nemmeno il tempo di riposare pezze e zainetti, che un brivido sale fin sopra le spalle e raggiunge gli altri sensi, a stuzzicare la voglia di mettersi in viaggio, un’altra volta ancora al seguito dei rossoblu, un’altra volta ancora per altri mille chilometri o forse più.

Domeniche così, ti lasciano dentro quell’inconfondibile sensazione di gioia, che non si deve certo al risultato sul campo e nemmeno al gioco espresso, anche perché, pur volendo, non siamo in grado né di raccontarvi una sola azione, né di eleggere il migliore in campo. Ma al tempo stesso, siamo in grado di eleggere “il migliore fuori”, o meglio, i migliori fuori dal campo, se non addirittura fuori dallo Stadio. Senza falsa modestia e senza molti giri di parole, i migliori, almeno al di fuori del “Guido D’Ippolito” siamo stati Noi.

Noi, avete capito bene, Noi sei temerari ultras fondani che abbiamo raggiunto la non di certo “dietro l’angolo” Lamezia per sostenere i rossoblu dal parcheggio ospiti, sapendo che non avremmo visto nemmeno l’arbitro fischiare l’inizio della gara, tantomeno il rigore dubbio che ha in effetti deciso il risultato finale. Ma poco importa, visto che ultimamente ci stiamo specializzando in “esterni di Settori Ospiti” e sinceramente la partita, anche quando potevamo, non l’abbiamo mai guardata, perché ciò che ci interessava e tutt’ora ci interessa e far arrivare a chi scende in campo con la nostra maglia, il nostro sostegno. Insomma, falli, ammonizioni, rigori e belle trame di gioco le lasciamo agli altri, Noi siamo Ultras, non tifosi. Ecco la differenza tra Noi e chi siede sulle comode tribune del “Purificato”.

Domeniche così, ti lasciano dentro quell’inconfondibile sapore di allegria, frutto di ore ed ore trascorse tra strade tortuose ed autogrill, tra aneddoti e goliardia pura, senza la quale sarebbe difficile affrontare trasferte lunghe e avare di gioie come quella di Lamezia.

Quando si torna da mille chilometri su una monovolume, ciò che ricordi e che ricorderai, non sono certo la catrame e le indicazioni stradali, ma le facce di chi ti ha accompagnato per l’ennesimo viaggio, l’ennesima avventura. Potrai soffermarti a guardare monti e colline; laghi e fiumi; tramonti ed albe, ma ciò che non dimenticherai mai, saranno le ore passate a render meno lieve un viaggio a tratti interminabile sulle strade d’Italia, con una pezza da attaccare, ideali da onorare, colori da sostenere ed un gruppo d’amici con cui dividere un panino nei pressi di Castrovillari.

ACAB

ACAB
di Stefano Sollima
2011

Il film ACAB racconta le vicende dei tre poliziotti Cobra, Negro e Mazinga, che hanno più di 40 anni e militano nel VII Nucleo di Polizia, un reparto speciale mobile in prima linea contro ultrà, black bloc, No Tav etc. Tratto da un libro di Carlo Bonini il film il cui titolo è l’acronimo di All cops are Bastards (tutti i poliziotti sono bastardi) racconta la storia di questo gruppo di poliziotti del reparto celere con toni duri e violenti, raccontando da un punto di vista diverso, manifestazioni ed eventi pubblici dentro il casco di un poliziotto.

GIUDIZIO: Di certo, tutt’altra cosa se messo a confronto con il libro dal quale trae spunto la pellicola. Il film, seppur girato in maniera esemplare e con immagini molto più vicine alla realtà rispetto al triste e fantascientifico “Ultimo Ultras” di Calvagna, lascia molto a desiderare. La storia di tre celerini, con nomi di battaglia, che non fanno certo presagire che con i loro manganelli regalino “abbracci e convenevoli”. Nel film, invece, si cerca di giustificare ogni gesto, ogni violenza, ogni sopruso, con la scusa dell’adrenalina, della paura. Paura poi, come se rinchiusi nel loro guscio fatto di manganelli, scudi, caschi e ginocchiere ci fossero motivi per aver paura di un manifestante o un ultras a mani libere. Ma si sapeva ancor prima di entrare a gustarsi i pop corn che questo fosse l’ennesimo tentativo per riabilitare chi continua a far parlare di sé sulle pagine di cronaca nera. Sicuramente, Celestino Colombi, Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Gabriele Sandri e tanti altri non sono morti per caso, ma sono stati “assassinati” da chi dovrebbe rappresentare lo Stato, ma purtroppo, la realtà di tutti i giorni, non sarà mai un film, non potrà mai essere un film. Se andate al cinema, mangiatevi i nostri popcorn, siamo andati via a fine primo tempo, disgustati!

VOTO:3…ACAB non è finzione, ACAB è ribellione!