Essere o non essere?
Il dubbio amletico a Noi non è mai venuto. Non un solo attimo abbiamo sprecato nel prendere questa decisione. Anche perché, più che una decisione è un dato di fatto, la realtà di come stanno veramente le cose. Già, perché l’appellativo “ultras” non te lo dai da solo e non lo scrivi ovunque, ma bensì, te lo affibbiano gli altri. Non basta scrivere su uno striscione o su una bandiera quella fatidica parola per potersi sentire tali e nemmeno sembrarlo. Ad accostare a te la parola “ultras”, sono quelli che dall’altra parte della recinzione, si accorgono di avere di fronte persone uguali a loro, divise solamente dalla fede. Persone con gli stessi ideali, stessi valori, stessi problemi, ma con al collo colori diversi, a volte uguali anche quelli.
Non serve scambiare due chiacchiere o avere interessi in comune, a volte basta un’occhiata fugace ed allo stesso tempo intensa, per capire chi si ha di fronte e se vale la pena considerare della “stessa specie” quelli che si “animano” dall’altra parte del manto verde. Non conta il numero, quello è relativo, non conta nemmeno il colore, visto che oggi anche una sciarpa è “fuorilegge”, figuriamoci un fumogeno o una torcia. Ad essere preso in considerazione è altro, non l’essere in 100 invece che in 10, o l’avere una pezza curata nello stile invece che un lenzuolo fatto a mano con lo spray.
Come diceva una vecchia conoscenza di questo blog:”Non basta uno stendardo curato e due cori per definirsi ultras!”. Vero, verissimo, e dopo anni di stadi e chilometri possiamo dargli tutta la ragione di questo Mondo. Ora, non che prima non fossimo d’accordo, ma dopo averne viste tante e tante, possiamo capire il perché di quelle parole, lo sfogo comprensibile di un “vecchio degli spalti” che ne aveva piene le palle di chi alla prima trasferta crede di potersi ergere ad “ultras”.
Fortunatamente, con il passare degli anni, la nostra umiltà e la nostra tenacia ci hanno portato in giro per lo Stivale, dietro un pezzo di stoffa che per molti non conta nulla, ma che per Noi rappresenta l’unica vera bandiera. In questo stupendo ed allo stesso tempo interminabile viaggio, sono risuonate più volte quelle parole nelle nostre menti, a ricordarci che non sempre si ha di fronte qualcuno della stessa specie, ma sempre di più sono quelli che deturpano il vero significato della parola “ultras”.
Noi, indifferenti a questi comportamenti, abbiamo sempre tirato dritto per “la nostra strada”, fregandocene di chi non è degno di rappresentare né un nostro simile, né tantomeno un degno rivale. Noi, domenica, per l’ennesima volta in questa stagione tribolata, siamo stati al di fuori di uno stadio, all’esterno di quel settore ospiti che ormai è solo una “chimera” per chi ha scelto come Noi di non essere schiavo di una tessera o di un risultato, ma bensì di ESSERE, ESSERE ULTRAS!