In casa con l’Aprilia

Bastava un niente…

Il campo di gioco deve essere un rettangolo. Quasi sempre un 110mx65m, in erba naturale o artificiale, ma va bene anche sabbia, se a calcarla non sono nomi altisonanti con una “Letterina” come accompagnatrice. Le strisce, rigorosamente in calce bianca, non più larghe di 12cm, ben visibili e ritracciate ogni qualvolta ce ne sia il bisogno. Una bandierina ad ogni angolo, di un metro e mezzo di altezza, così che Rui Barros possa dire di non essere basso e Batistuta possa usarla come poggia-mano.

Il dischetto del calcio di rigore, posto ad 11m dalla linea di porta, né un centimetro in meno, né uno in più, salvo buche “modello Maspero”. Porte larghe 7,32m e alte 2,44m, così larghe che non capiremo mai coma si possa sbagliare un gol davanti al portiere e vivendo con la consapevolezza che Blisset era “una pippa”. Le reti, in canapa, yuta o nylon, con maglie tanto strette da non far passare il pallone, a quello ci penserà Grobbelaar.

Per non parlare del pallone. Non basterà una sfera qualunque, anche quella dovrà rispettare peso e misure, ma Noi, che abbiamo passato una vita col Tango ed il SuperSantos, non capiremo mai la differenza. In caso di neve, la sfera da utilizzare sarà di colore fluorescente, sempre se le tv saranno presenti e si potrà dar inizio alla gara.

Due tempi da 45 minuti, intervallati dal riposo tra le frazioni di gioco, non superiore al quarto d’ora. Sostituzioni nel numero di tre, espulsioni dirette o sommando due ammonizioni, e se proprio si è autolesionisti, in casi rari, un giocatore già presente in campo, potrà sostituire il portiere espulso tra i pali della porta, poco importa se con i guanti o senza.

Pendenza del terreno di gioco, potenziale di luminosità dei pali-faro in caso di utilizzo, equipaggiamento dei calciatori e persino “casi off limits”. Tutto previsto, tutto regolamentato. Lo sapevate, che se la palla tocca un uccello in volo, il gioco può continuare tranquillamente? Beh, nemmeno Noi, che da piccoli giocavamo tra due palazzi pieni di piccioni ci eravamo mai chiesti cosa sarebbe successo se avessimo colpito un uccello…

Insomma, i “Signori del Calcio” hanno pensato a tutto, proprio a tutto, tranne che ad obbligare tutte le Società di calcio a munirsi di un defibrillatore. Un defibrillatore che, con una spesa irrisoria, tanto quanto la metà dello stipendio dell’allenatore di turno, potrebbe far bella mostra di sé tra le mani degli infermieri chiamati a soccorrere un atleta in campo, sperando che l’ambulanza non rimanga bloccata in doppia fila, dietro “quelli della Municipale”.

Morosini poteva essere salvato, Piermario doveva continuare a vivere!