Il derby…

"IL DERBY
DEL BAMBINO MORTO"

Il 21 marzo 2004 resterà nelle cronache calcistiche e nella memoria dei tifosi come il «derby del bambino morto», quando, in occasione della partita Lazio-Roma, nella curva Sud dello stadio Olimpico si diffuse la notizia dell’uccisione di un ragazzo da parte della polizia. Tutti ricordano le immagini di uno stadio in preda alla rabbia, che ritirava gli striscioni e alzava cori contro le forze dell’ordine, mentre i giocatori si guardavano attorno, attoniti, incapaci di comprendere quanto stesse avvenendo. La partita fu sospesa non per invasioni di campo e scontri sugli spalti, ma per la rabbia e la disapprovazione manifestate da decine di migliaia di spettatori. Il «derby del bambino morto» ha insomma dimostrato che il calcio non è soltanto lo show business delle televisioni satellitari, ma resta ancora e soprattutto quello che si vive la domenica sugli spalti, un «bene comune» sempre più ridotto alla stregua di pura merce. Sul calcio e sui suoi tifosi si sperimentano inoltre tattiche d’ordine pubblico sempre più avanzate e repressive. L’autore ritrova, infatti, un’evidente continuità tra le pratiche poliziesche viste in occasione del G8 del 2001 a Genova e quelle che ogni domenica vengono applicate negli stadi. E forse non è un caso che il micidiale gas Cs, utilizzato per sedare i tumulti nelle strade di Genova, sia ormai da anni normalmente utilizzato in campo calcistico.