La trasferta di Isola Liri

“We singing in the rain”

Così come cantava il buon Frank Sinatra, così, i sei ultras fondani al seguito hanno continuato imperterriti a sostenere i rossoblu, in svantaggio di due reti, sotto un diluvio che a confronto, quello universale, sembra un temporale estivo. Acqua, ettolitri d’acqua, che non ci hanno di certo zittito, anzi, forse hanno provocato l’effetto contrario, annebbiandoci la mente e scansando dai nostri pensieri il risultato del campo, che in fin dei conti è solo un insignificante particolare. Già, perché diciamocela tutta, nessuno di Noi vuole perdere, nessuno di Noi gioisce per una sconfitta, ma dopo una giornata come quella di ieri, dopo esser riusciti ad entrare anche al “Nazareth” e aver sostenuto i rossoblu per novanta minuti ed oltre sotto un abbondante acquazzone, lasciateci affermare che Noi abbiamo vinto lo stesso!

Questo è l’essere ultras, appartenere ad una schiera sempre meno numerosa, ma con l’orgoglio di sempre, girando l’Italia con due colori tatuati nel cuore e la consapevolezza che in ogni stadio “il Fondi siamo Noi” e non i giocatori, gli allenatori e i dirigenti, loro sono semplici operai, Noi siamo i padroni di una storia che va avanti dal lontano 1922. Ultras non lo si diventa dalla sera alla mattina e nemmeno dopo tre trasferte; ultras si nasce, e per esserlo non bisogna guardare in quale categoria sia la squadra che tifi e sostieni, o in quanti siano al tuo fianco a cantare, ma la passione che ti spinge un mercoledì di ottobre a lasciare il lavoro e la famiglia nella tua Fondi e partire verso una nuova trasferta, a prendere pioggia, freddo e gol. Chilometri in viaggio verso una nuova destinazione, con l’immancabile dubbio amletico di questa nuova stagione per gli ultras:”Riusciranno i nostri eroi ad entrare nello stadio?”.

Ed i nostri eroi, anche questa volta, sono riusciti ad entrare, senza tessera, ma con un biglietto di Tribuna Ovest, acquistato a Fondi poche ore prima della gara, a dimostrazione di quante “falle” ci siano in questo “Sistema Maroniano” che giorno dopo giorno cade a pezzi sotto i colpi delle “interpretazioni personali”. Così, biglietti in tasca, ci siamo accomodati in Tribuna, senza intoppi, se si esclude “il divieto di esporre le nostre pezze”, impostoci dal reparto celere di Napoli, stranamente scomodato per l’occasione, dopo che in Coppa Italia, sempre ad Isola, avevamo trovato solo tre FdO del posto.

Il resto è storia nota, con gli Ultras rossoblu piegati ma non spezzati sotto gocce di gelo che arrivavano da più parti, senza sosta, come senza sosta è stato il sostegno, l’incessante sostegno di sei ultras fondani fradici dalla sciarpa ai piedi, ma con quella voglia matta di “essere ultras”, esserlo veramente, esserlo nella mente, la nostra essenza, l’essenza Ultras riassunta in novanta minuti!