Gianfranco Zigoni

UNO di NOI

Torna la nostra rubrica dedicata a chi ha ben dimostrato in campo e soprattutto fuori di avere un cuore ultras. In quest’occasione vi presentiamo il mitico Zigoni.


Gianfranco Zigoni

Nasce a Oderzo (Tv) il 25 novembre 1944 e trascorre la sua infanzia nel quartiere periferico Marconi. Da adolescente diventa la punta di diamante del settore giovanile dell’Opitergina, squadra della sua città, dal cui vivaio usciranno in quegli anni molti ragazzi talentuosi approdati anche al professionismo.

 

Passa poi nelle giovanili della Juventus, debutta in prima squadra il 10 dicembre 1961 in campionato contro l’Udinese appena diciassettenne. All’epoca gioca anche un’amichevole con il Real Madrid, persa dai bianconeri per 3-1: al termine della gara Josè Emilio Santamaria, difensore delle merengues, lo paragona a Pelé. Zigoni in tre anni gioca solo quattro partite in Serie A segnando un gol, poi viene mandato "a farsi le ossa" al Genoa, dove arriva nell’estate del 1964. Nella sua prima stagione in Liguria segna in media una rete ogni tre partite: saranno otto in tutto al termine della stagione, che non basteranno però a salvare i rossoblù dalla retrocessione. Al termine del prestito Zigoni torna a Torino: con la Juve nella stagione 1966-67 vince il suo unico scudetto, contribuendo ancora una volta con 8 gol in 23 partite. Nella stagione successiva gioca le sue uniche partite in Coppa dei Campioni ed il 25 giugno 1967 gioca la sua unica partita in nazionale, Romania-Italia 0-1. Zigoni va a giocare nella capitale, nella Roma di Amarildo, Luis Del Sol, Aldo Bet, Franco Cordova. Nel 1972 passa al Verona. Negli anni passati in Veneto segna meno che nelle stagioni precedenti ma continua a mostrare la sua classe, specie in episodi come il celebre 5-3 al Milan del 20 maggio 1973.

Nel 1974 la squadra viene però retrocessa d’ufficio all’ultimo posto per illecito sportivo: Zigo allora, nonostante una generosa offerta dell’Inter, resta, e contribuisce alla grande nella stagione successiva alla promozione con 9 gol, il massimo bottino da lui raccolto nelle sei stagioni in maglia gialloblù. In maniera simile a quanto accadrà dieci anni dopo con Maradona a Napoli, Zigoni entrò nel cuore della tifoseria fino a diventare un vero e proprio divo, un intoccabile: per questo poté permettersi di arrivare in ritardo agli allenamenti e perfino di rispondere per le rime al presidente Saverio Garonzi. Ancora oggi, a distanza di trent’anni, pare che il suo nome venga a volte scandito durante i cori degli ultras veronesi. A Verona fu campione di sregolatezza: celebre divenne il suo look comprensivo di cappello da cow-boy, pistola e petto nudo con pelliccia aperta sul davanti. In queste condizioni una volta si presentò in campo, in segno di "protesta" contro l’allenatore Ferruccio Valcareggi che lo aveva lasciato in panchina. Nel 1978, ormai 34enne, passa al Brescia, in Serie B. Durante il suo primo anno con le rondinelle segna 4 gol in 21 partite, mentre nella stagione successiva non andrà mai in rete. Nel 1980, a 36 anni, decide così di abbandonare per sempre il calcio professionistico tornando nella città natale a giocare in un’ambiziosa Opitergina, con la quale sfiora allo spareggio una storica promozione in Serie C2. Termina la carriera quarantenne tra gli amatori dell’U. S. Piavon. Dopo il ritiro Zigoni entra come allenatore nel settore giovanile dell’Opitergina ed in seguito del Ponte di Piave e del Basalghelle, società amatoriali della zona.


Trascinatore delle folle, idolo di tutte le tifoserie delle squadre in cui ha giocato, si è procurato con gli anni una reputazione di ribelle ed eccentrico per il suo amore per l’alcol, le donne e i motori e per alcuni suoi comportamenti piuttosto bizzarri. Divenne per questo uno dei calciatori simbolo degli anni settanta.
Nel 2002 ha pubblicato, per le edizioni Bibliotecha dell’Immagine di Pordenone, una sorta di irriverente autobiografia con alcuni racconti di vita, spesso leggermente "romanzati", raccolti dall’amico e collega Ezio Vendrame. Attualmente viene invitato a partecipare come opinionista in diverse trasmissioni calcistiche di TV locali.